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Vita nei campi

(Dalla Monografia di Damiano Pipino)

Camminando per le campagne intorno ad Albano, appena praticabili per la natura accidentata del terreno, si vedono qua e là contadini intenti al lavoro dei campi. Non molto lontano vi sono i loro piccoli che giuocano quasi sempre cercando di imitare il lavoro dei genitori. I bambini più grandicelli sono impegnati nel loro compito responsabile: cioè di badare agli animali che pascolano nelle vicinanze.
Le donne quasi tutte lavorano come gli uomini: zappano, arano, mietono, ecc.
Tuttavia nessuno si lamenta, sembrano rassegnati a questo genere di vita, fatto di sacrifici, di speranze e anche di illusioni.
Il lavoro è reso ancor più gravoso dalla distanza dei campi dal paese, spesso di parecchi chilometri, che i contadini misurano con ore di cammino.
Quando poi hanno bisogno di parlarsi a distanza nella campagna mettono in pratica un antico sistema, cioè quello di moderare la voce a secondo la località in cui si trovano, in modo che l’eco non confonda il significato delle parole e riescono così a comprendersi perfettamente anche a distanza di chilometri.
Raramente cantano qualche canzone popolare ed antica, che è sempre piacevole, se non altro per il suo semplice significato di una povera storia d’amore.