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I Cittadini di Albano di Lucania nel tempo

(Dalla Monografia di Damiano Pipino)

Come possono essere stati i caratteri degli antichi abitanti di Albano di Lucania? Per trarne qualche idea è necessario, ancora una volta, riportarci ai costumi delle altre antiche comunità conosciute. Risulta evidente che anche gli Albanesi, per sopravvivere, hanno dovuto lottare a lungo contro l’ingrata natura del luogo e contro i vicini e lontani invasori.
Dal comportamento delle generazioni attuali si può affermare che gli Albanesi sono sempre stati di indole buona, ma facili ai risentimenti. Perciò i primi abitanti saranno stati docili ed aggressivi nello stesso tempo, cioè come un po’ tutti i Lucani. Infatti, il coraggio dei guerrieri lucani era ben noto già nel V secolo a. C., come si rileva da un particolare della tomba di Pestum (Napoli Museo Nazionale). Inoltre, ci è dato conoscere che «il popolo lucano visse in queste antichissime selve forte, libero e senza leggi, ma di costumi severi ed educato alla maniera di Sparta».
Col passare dei secoli Albano di Lucania si inserisce attivamente nella vita nazionale mediante i suoi, illustri cittadini distintisi in campo culturale, religioso e giuridico. In proposito si menzionano: il Vescovo Veralli o Verallo, deceduto a Roma verso il 1600; l’Arciprete Franco Molfese, vissuto nel 1700 fattivo collaboratore nella riforma del codice ecclesiastico; l’Abate Francesco La Rotonda, deceduto in giovane età verso il 1800, autore de: "Il principio unico e universale della legislazione, della politica e della morale"; ed il Prof. Francesco Galgano, fattivo collaboratore nella riforma del codice penale comune del 1930.
Al tempo d’oggi si contano i Sacerdoti: Vito Marinaro, Innocenzo D'Anzi, Giuseppe Scelzi, Gaspare Sarli e Giuseppe Adamo; gli insigni magistrati Francesco Bollettino, Pasquale Setari e Gennarino Molfese; i medici Vincenzo Molfese, Alberto Veralli, Giuseppe Valentino e Salvatore Canzoniero, nonché un gran numero di altri laureati e diplomati che si affermano un po' ovunque, mentre gli altri, come legati ad una nobile tradizione, restano in Albano per dedicarsi alla elevazione spirituale, culturale, economica e sociale degli altri cittadini.